domenica 2 giugno 2024

Il progetto Laterzorto 2023-2024






L'evento finale del progetto Laterzorto









 

Come nasce un erbario

di Emma Marcotrigiano 

L’erbario è la raccolta di esemplari di piante provenienti dalla natura che vengono identificate, catalogate ed essiccate, conservandone le parti più essenziali. In particolare viene conservato il fiore perché serve a identificare la pianta. 

Per creare un erbario bisogna inserire: data, luogo di ritrovamento e informazioni generali sulla pianta per la sua identificazione. Poi si inseriscono le informazioni sull’apparato radicale che può essere di due tipi: a fittone e fascicolata.

Successivamente si inizia a parlare del fusto, che è costituito dalla corteccia, dal cilindro centrale e dal midollo che costituisce la parte indurita del fusto. La corteccia può avere colori differenti a seconda della specie e può essere liscia o ruvida. Una caratteristica che si può notare nel cilindro centrale sono una serie di anelli concentrici che corrispondono agli anni di crescita.

              

Poi si passa a descrivere l’apparato fogliare che si differenzia per la forma e per il tipo di margine. 


Amint: Tavole di morfologia vegetale: le foglie


La descrizione del fiore è la parte più importante dell’erbario perché come già detto precedentemente esso consente la identificazione della specie. Esistono fiori semplici e fiori composti, detti infiorescenze. Ad esempio il fiore del papavero è un fiore semplice, mentre il fiore della mimosa è un fiore composto. 


tipi di infiorescenza

Il fiore a sua volta è costituito da varie parti, come I sepali, 

i petali il gineceo e l’androceo. 










Infine si parla dei frutti. Un frutto tipicamente è formato da tre parti che proteggono al loro interno il seme, e sono: l’esocarpo, quella più esterna, il mesocarpo, quella centrale, e l'endocarpo, quella più interna.

Esistono differenti tipologie di frutti: quelli carnosi e quelli secchi. Quelli secchi a loro volta si distinguono in deiscenti ed indeiscenti,  a seconda che a maturità si aprano o meno per liberare i semi.

A close-up of several seeds

Description automatically generated

mercoledì 22 maggio 2024

Creare un erbario


Con il termine erbario si indica una raccolta di piante essiccate, che vengono identificate, classificate e

successivamente conservate in fogli di carta.

L’erbario è nato per la necessità di classificare tutte le piante, per poterle riconoscere e confrontare con

le erbe spontanee prima della raccolta e dell’utilizzo.

L’erbario ci permette di:

 evitare di raccogliere e di consumare piante potenzialmente velenose;

 avere memoria della storia della flora del territorio, grazie agli erbari di piante raccolte in passato e che

ora non esistono più;

 ricavare notizie sugli utilizzi delle piante oltre che per il riconoscimento;

 ricavare importanti informazioni sulla distribuzione delle piante e delle loro varietà nel territorio, quindi

è uno strumento utile per lo studio e lo sviluppo della botanica. 

Esistono sia erbari generali che tematici, cioè che comprendono solo un particolare gruppo di vegetali

(erbario micologico, lichenologico, etc).


Piccola guida per costruire un erbario


RACCOLTA DEI CAMPIONI


 Raccogliere il campione durante la fioritura, perché il fiore aiuta ad identificare più facilmente la pianta.

Quindi il periodo migliore per la raccolta è sicuramente la primavera, dove avviene la fioritura della

maggior parte delle piante;

 Ogni ambiente è utile per questo tipo di raccolta;

 Raccogliere piante fresche ma non umide, evitare di raccogliere piante danneggiate o vecchie;

 Raccogliere e classificare indicando il luogo e la data della raccolta, per dare valore scientifico all’erbario;

 Raccogliere più parti possibili della pianta (fiori, semi, foglie, fusto, radice) per facilitare la classificazione:

in caso di piante troppo grandi raccogliere rametti e foglie;

 Annotare le informazioni delle piante che state raccogliendo come: 

luogo della raccolta, data, caratteristiche della vegetazione circostante, del terreno, descrizione della

pianta, profumo, magari anche il nome usato dagli abitanti del luogo e gli usi popolari;

 Affiancare alla pianta raccolta alcune fotografie nel suo ambiente naturale per arricchire l’erbario;

 Prestare attenzione alle specie protette. Alcune piante sono rare e quindi non si possono raccogliere. E’

responsabilità del raccoglitore informarsi sulla lista delle specie protette del territorio.


REALIZZAZIONE DELL’ERBARIO


Identificazione

Raccolti i campioni si procede all’identificazione. Ci si può aiutare con dei libri che classificano le piante e

danno indicazioni per il loro riconoscimento. Oggi, grazie ad internet, possiamo consultare siti e


utilizzare applicazioni molto utili ed immediati nel riconoscimento delle piante (come ad

esempio www.erbeofficinali.org)

Essiccazione

Un buon processo di essiccazione deve essere eseguito in maniera ben curata per evitare

danneggiamenti del campione di pianta. In un ambiente di lavoro ben ventilato e asciutto, si sistema il

campione della pianta tra due fogli di carta assorbente che andranno posti sotto una pressa (è

importante sistemare la pianta in modo che mostri le sue particolarità come il fiore o le foglie).

Quando la pianta raccolta sarà asciutta e rigida, sarà pronta da inserire nel vostro erbario.

Creazione dell’erbario

Quando il campione risulterà secco, si procede con il montaggio sul foglio da inserire in erbario. Su un

foglio di carta bianca posizionare il campione in modo tale che le caratteristiche principali risaltino e

siano facilmente visibili. Se dovete allegare alcune parti della pianta, come i semi, potete attaccare al

foglio una busta facilmente apribile per contenere tali elementi.

Una volta che la pianta è stata attaccata correttamente al foglio dell’erbario, non ci resta che scrivere

accanto un’etichetta con:

 il suo nome scientifico, cioè il binomio latino scritto in corsivo seguito dal nome o dall’iniziale del primo

scopritore della pianta;

 il nome popolare;

 le informazioni sulla raccolta (luogo, data, habitat, etc.);

 la descrizione generale (apparato radicale, fusto, apparato fogliare, fiori, frutti, …)

 gli usi ed eventuali proprietà della pianta.

Le pagine possono essere arricchite con disegni a mano libera che completano il campione esiccato.

Le singole pagine unite tra loro formeranno l’erbario.

L’estate può essere un’occasione per iniziare a raccogliere i vostri primi campioni.


BUON LAVORO!


A cura di Isabella De Tullio – Rebecca Caporusso – Emma Marcotrigiano


  

lunedì 13 maggio 2024

Buoni e cattivi vicini

La consociazione delle piante
Se le piante potessero parlare, probabilmente le sentiremmo litigare o scambiarsi cortesie perché, come noi umani, anche tra le verdure ci sono tipologie che non vanno d'accordo. Ci sono alcuni ortaggi che stando vicini possono danneggiarsi reciprocamente, a causa di fattori specifici: le essenze sprigionate dalle radici o dal fogliame, l’ombra proiettata sugli ortaggi vicini (a volte utile, altre volte dannosa), spazio e dimensione, capacità di proteggere da certi parassiti… Da secoli gli orticoltori si tramandano esperienze sulle “buone o cattive compagnie” fra i diversi tipi di verdure: oggi anche la scienza ci conferma che la vicinanza di alcuni ortaggi aumenta la velocità dello sviluppo, le dimensioni e la qualità dei frutti, con risultati positivi. Ad esempio, le piante aromatiche come la menta o la lavanda possono allontanare le zanzare o le mosche da piante vulnerabili coltivate vicino ad esse. Alcune combinazioni di piante possono fornire supporto strutturale reciproco: piante rampicanti come i fagioli possono arrampicarsi su piante di mais, fornendo un supporto naturale. La consociazione è una tecnica che sfrutta le interazioni positive tra le piante per favorire la crescita e la salute delle colture. Applicare correttamente la consociazione è una delle basi della moderna orticoltura biologica, che prende spunto dalle tradizioni ma anche dai risultati di ricerche scientifiche. La consociazione comporta necessariamente una ricca varietà di ortaggi diversi: nell’orto di casa è un vantaggio importante che prende spunto da ciò che accade in natura. Nei prati e boschi selvatici convivono infatti molte specie diverse che si aiutano a vicenda nell’attirare gli insetti utili per la fecondazione dei fiori e nell’allontanare i parassiti. Sfruttando nel modo giusto le caratteristiche ed esigenze di ogni tipo di ortaggio si può realizzare una coltivazione maggiormente produttiva.


 Riccardo Piccinno (2^B) e Giada De Giosa (2^A)

domenica 21 maggio 2023

PRODOTTI A KM ZERO

 















 





Il calendario verde



Ogni mese, la natura ci regala della frutta e della verdura, con gusti, benefici e colori differenti. 

La frutta e la verdura di stagione è sempre preferibile, perché più genuina, saporita ed ecologica. 

Quando vogliamo un frutto fuori stagione, infatti, finiamo per acquistare qualcosa che o proviene 

da molto lontano o è stata coltivata in serra; in entrambi i casi con un inutile spreco di energie e 

risorse.

Gennaio: mele, perché il melo è una pianta che ama il freddo e d’inverno i suoi frutti sono più

gustosi.

Febbraio: carote, perché sono ricche di vitamine che aiutano il sistema immunitario contro le

influenze.

Marzo: agretti, arrivano a marzo e sono la base per tante ricette, come la barba di frate alle

acciughe e le tortine salate.

Aprile: fave e piselli, la cui produzione è tra le più sostenibili oggi conosciute, grazie allo scarso

bisogno di terreno e acqua.

Maggio: ciliegie, gustosissime, “una tira l’altra”, ma anche fonte preziosa di vitamine e,

soprattutto, antiossidanti.

Giugno: pomodori, buonissimi con olio e pane, e ricchi di licopene, il re degli antiossidanti.

Luglio: angurie, dissetanti perché composte al 94% d’acqua, ideali da consumare nelle giornate

più calde.

Agosto: fichi d’India o fichidindia, perché ricchissimi di vitamine, potassio e calcio, ma poveri di

sodio.

Settembre: uva, regina del primo autunno, bianca o nera, è ricca di polifenoli antiossidanti.

Ottobre: funghi, saporitissimi ma poco calorici, sono tra le poche verdure con proteine ad alto

valore biologico.

Novembre: zucche, perché ricche di vitamine A e C, ottima fonte di fosforo, magnesio e

potassio.

Dicembre: arance e mandarini, perché ricche di vitamine del gruppo B e C, per combattere i

primi freddi.

Maria Plantamura  2^B



martedì 16 maggio 2023

PERCHE' ACQUISTARE FRUTTA E VERDURA A KM 0


Cos’è il Km 0?  

Gli alimenti a Km 0, definiti anche “a filiera corta”, sono prodotti locali che  

vengono venduti nelle vicinanze del luogo di produzione. 

Il nome Km 0 allude infatti al numero di chilometri che servirebbe per il  

trasporto e la distribuzione, quest’ultima dal produttore al consumatore. 

I vantaggi per la salute 

Acquistare alimenti a filiera corta è ormai abbastanza diffuso e apprezzato per diverse ragioni:

- freschezza;

- assenza di prodotti chimici e fertilizzanti che ne cambierebbero il sapore e la salute;

- caratteristiche organolettiche mantenute intatte grazie al breve spostamento.


I vantaggi per l’ambiente 

L’idea che scegliere di fare una spesa a Km 0 ha i suoi vantaggi anche per  

l’ambiente: 

-grazie all’abbattimento dei trasporti si riduce l’emissione di anidride  

carbonica; 

-si risparmia acqua nei processi di lavaggio; 

-si risparmia energia nei sistemi di confezionamento; 

- si eliminano notevolmente imballaggi di plastica e cartone. 

Alfredo Pizzuto 2^ B