mercoledì 22 maggio 2024

Creare un erbario


Con il termine erbario si indica una raccolta di piante essiccate, che vengono identificate, classificate e

successivamente conservate in fogli di carta.

L’erbario è nato per la necessità di classificare tutte le piante, per poterle riconoscere e confrontare con

le erbe spontanee prima della raccolta e dell’utilizzo.

L’erbario ci permette di:

 evitare di raccogliere e di consumare piante potenzialmente velenose;

 avere memoria della storia della flora del territorio, grazie agli erbari di piante raccolte in passato e che

ora non esistono più;

 ricavare notizie sugli utilizzi delle piante oltre che per il riconoscimento;

 ricavare importanti informazioni sulla distribuzione delle piante e delle loro varietà nel territorio, quindi

è uno strumento utile per lo studio e lo sviluppo della botanica. 

Esistono sia erbari generali che tematici, cioè che comprendono solo un particolare gruppo di vegetali

(erbario micologico, lichenologico, etc).


Piccola guida per costruire un erbario


RACCOLTA DEI CAMPIONI


 Raccogliere il campione durante la fioritura, perché il fiore aiuta ad identificare più facilmente la pianta.

Quindi il periodo migliore per la raccolta è sicuramente la primavera, dove avviene la fioritura della

maggior parte delle piante;

 Ogni ambiente è utile per questo tipo di raccolta;

 Raccogliere piante fresche ma non umide, evitare di raccogliere piante danneggiate o vecchie;

 Raccogliere e classificare indicando il luogo e la data della raccolta, per dare valore scientifico all’erbario;

 Raccogliere più parti possibili della pianta (fiori, semi, foglie, fusto, radice) per facilitare la classificazione:

in caso di piante troppo grandi raccogliere rametti e foglie;

 Annotare le informazioni delle piante che state raccogliendo come: 

luogo della raccolta, data, caratteristiche della vegetazione circostante, del terreno, descrizione della

pianta, profumo, magari anche il nome usato dagli abitanti del luogo e gli usi popolari;

 Affiancare alla pianta raccolta alcune fotografie nel suo ambiente naturale per arricchire l’erbario;

 Prestare attenzione alle specie protette. Alcune piante sono rare e quindi non si possono raccogliere. E’

responsabilità del raccoglitore informarsi sulla lista delle specie protette del territorio.


REALIZZAZIONE DELL’ERBARIO


Identificazione

Raccolti i campioni si procede all’identificazione. Ci si può aiutare con dei libri che classificano le piante e

danno indicazioni per il loro riconoscimento. Oggi, grazie ad internet, possiamo consultare siti e


utilizzare applicazioni molto utili ed immediati nel riconoscimento delle piante (come ad

esempio www.erbeofficinali.org)

Essiccazione

Un buon processo di essiccazione deve essere eseguito in maniera ben curata per evitare

danneggiamenti del campione di pianta. In un ambiente di lavoro ben ventilato e asciutto, si sistema il

campione della pianta tra due fogli di carta assorbente che andranno posti sotto una pressa (è

importante sistemare la pianta in modo che mostri le sue particolarità come il fiore o le foglie).

Quando la pianta raccolta sarà asciutta e rigida, sarà pronta da inserire nel vostro erbario.

Creazione dell’erbario

Quando il campione risulterà secco, si procede con il montaggio sul foglio da inserire in erbario. Su un

foglio di carta bianca posizionare il campione in modo tale che le caratteristiche principali risaltino e

siano facilmente visibili. Se dovete allegare alcune parti della pianta, come i semi, potete attaccare al

foglio una busta facilmente apribile per contenere tali elementi.

Una volta che la pianta è stata attaccata correttamente al foglio dell’erbario, non ci resta che scrivere

accanto un’etichetta con:

 il suo nome scientifico, cioè il binomio latino scritto in corsivo seguito dal nome o dall’iniziale del primo

scopritore della pianta;

 il nome popolare;

 le informazioni sulla raccolta (luogo, data, habitat, etc.);

 la descrizione generale (apparato radicale, fusto, apparato fogliare, fiori, frutti, …)

 gli usi ed eventuali proprietà della pianta.

Le pagine possono essere arricchite con disegni a mano libera che completano il campione esiccato.

Le singole pagine unite tra loro formeranno l’erbario.

L’estate può essere un’occasione per iniziare a raccogliere i vostri primi campioni.


BUON LAVORO!


A cura di Isabella De Tullio – Rebecca Caporusso – Emma Marcotrigiano


  

lunedì 13 maggio 2024

Buoni e cattivi vicini

La consociazione delle piante
Se le piante potessero parlare, probabilmente le sentiremmo litigare o scambiarsi cortesie perché, come noi umani, anche tra le verdure ci sono tipologie che non vanno d'accordo. Ci sono alcuni ortaggi che stando vicini possono danneggiarsi reciprocamente, a causa di fattori specifici: le essenze sprigionate dalle radici o dal fogliame, l’ombra proiettata sugli ortaggi vicini (a volte utile, altre volte dannosa), spazio e dimensione, capacità di proteggere da certi parassiti… Da secoli gli orticoltori si tramandano esperienze sulle “buone o cattive compagnie” fra i diversi tipi di verdure: oggi anche la scienza ci conferma che la vicinanza di alcuni ortaggi aumenta la velocità dello sviluppo, le dimensioni e la qualità dei frutti, con risultati positivi. Ad esempio, le piante aromatiche come la menta o la lavanda possono allontanare le zanzare o le mosche da piante vulnerabili coltivate vicino ad esse. Alcune combinazioni di piante possono fornire supporto strutturale reciproco: piante rampicanti come i fagioli possono arrampicarsi su piante di mais, fornendo un supporto naturale. La consociazione è una tecnica che sfrutta le interazioni positive tra le piante per favorire la crescita e la salute delle colture. Applicare correttamente la consociazione è una delle basi della moderna orticoltura biologica, che prende spunto dalle tradizioni ma anche dai risultati di ricerche scientifiche. La consociazione comporta necessariamente una ricca varietà di ortaggi diversi: nell’orto di casa è un vantaggio importante che prende spunto da ciò che accade in natura. Nei prati e boschi selvatici convivono infatti molte specie diverse che si aiutano a vicenda nell’attirare gli insetti utili per la fecondazione dei fiori e nell’allontanare i parassiti. Sfruttando nel modo giusto le caratteristiche ed esigenze di ogni tipo di ortaggio si può realizzare una coltivazione maggiormente produttiva.


 Riccardo Piccinno (2^B) e Giada De Giosa (2^A)